L’allergia all’uovo è una risposta anomala del sistema immunitario alle proteine delle uova. Si tratta di un’allergia molto diffusa nei primi anni di vita che di solito scompare spontaneamente con la crescita

Le cause:

Le uova contengono vari tipi di proteine, molte delle quali particolarmente capaci di indurre una risposta allergica, come l’ovomucoide, l’ovoalbumina, l’ovotransferrina e il lisozima. Queste proteine sono presenti sia nel tuorlo sia nell’albume

 

Fattori di rischio:

La possibilità di sviluppare l’allergia all’uovo è maggiore nei seguenti casi:
Familiarità per le allergie (genitori allergici)
Intensa esposizione all’uovo in utero e nei primi mesi di vita attraverso l’allattamento o l’inalazione
Presenza di dermatite atopica

 

Gli alimenti da evitare:

L’uovo è presente in tanti alimenti per cui, in presenza di allergia, è importante controllare con attenzione le etichette. Ecco i principali cibi a cui fare attenzione :
Uova (albume e tuorlo)
Biscotti, torte
Gelati con creme
Pasta all’uovo
Molti piatti precotti o panati e prodotti da forno
Maionese e salse per condire

 

I sintomi:

Nella maggior parte dei casi i sintomi compaiono da pochi minuti a due ore circa dal pasto in cui sono state consumate le proteine allergizzanti. I disturbi possono essere di vario tipo
Manifestazioni intestinali: (50% dei casi): vomito, dolori addominali, diarrea che compaiono dopo l’assunzione di uova devono far sorgere il sospetto di allergia
Manifestazioni cutanee (45-75% dei casi):
Dermatite atopica che compare o si aggrava dopo il consumo di uova. Nei bambini con dermatite atopica una cascata di reazioni immunologiche e infiammatorie favorisce l’eruzione dell’eczema (lesioni arrossate ed escoriate sulla pelle)
Orticaria e angioedema (un rapido gonfiore di cute, mucose ed eventualmente tessuti sottomucosi). L’orticaria è un disturbo caratterizzato dalla formazione di pomfi arrossati più o meno in rilievo sulla pelle, che possono causare prurito

 

La diagnosi:

La diagnosi si basa innanzitutto sull’osservazione di una relazione tra sintomi e assunzione dell’uovo
Per confermare il sospetto di allergia, la prima cosa da fare è quella di eseguire le prove cutanee, ovvero i cosiddetti prick test. Il prick test consiste nell’apporre sulla pelle di un braccio l’alimento o un estratto dello stesso e nel pungere la pelle con una punta che attraversa la sostanza da esaminare, valutando poi la reazione della cute
Può inoltre essere utile eseguire la ricerca nel siero di anticorpi IgE specifici per gli allergeni che si sospettano come possibile causa dei sintomi allergici
Né i prick test né il dosaggio delle IgE specifiche permettono di diagnosticare l’allergia alimentare all’uovo, tuttavia hanno un valore orientativo
La prova decisiva per dimostrare l’allergia all’uovo è la sua esclusione dalla dieta. La dieta di eliminazione va praticata per circa 2 settimane. Se al termine di questo periodo i sintomi sono scomparsi o si sono molto attenuati, si reintroduce l’alimento (test di scatenamento) tenendo il paziente in ambiente ospedaliero adeguatamente attrezzato: se i disturbi ricompaiono, si ottiene la prova inequivocabile dell’allergia all’uovo

 

Le cure:

La terapia dell’allergia alimentare consiste nell’esclusione dalla dieta dell’uovo
La durata media dell’allergia all’uovo è di circa 3 anni
Per verificare l’eventuale scomparsa dell’allergia si reintroduce periodicamente l’uovo (test di scatenamento) in ambiente protetto. La reintroduzione deve avvenire con tempi e modalità stabiliti dal pediatra allergologo
Se l’uovo viene assunto involontariamente si interviene curando i sintomi che si manifestano

Se compaiono i sintomi spia di uno shock anafilattico si deve ricorrere subito alla terapia di emergenza (adrenalina con siringa autoiniettante). Proprio per far fronte al rischio di una ingestione accidentale è necessario che i genitori dei bambini con allergia alimentare grave portino sempre con sé una siringa autoiniettante di adrenalina

Nei casi in cui l’allergia all’uovo persista in forma grave anche dopo i 6 anni può essere presa in considerazione una terapia di desensibilizzazione che consiste nel somministrare dosi crescenti di uovo in ambiente ospedaliero, con un ricovero di 7-10 giorni