Tratto da http://www.humanitasalute.it/

Tra le patologie che possono aumentare il rischio di ictus c’è anche l’arteriopatia periferica,

 

Tra le patologie che possono aumentare il rischio di ictus c’è anche l’arteriopatia periferica, caratterizzata dal restringimento delle arterie periferiche, più spesso di quelle degli arti inferiori: «Per la natura stessa della patologia, in cui tutte le arterie possono essere interessate dal processo aterosclerotico, anche quelle vertebrali cerebrali o la carotide, l’arteriopatia periferica incrementa le probabilità di ictus», aggiunge la dottoressa Simona Marcheselli, Responsabile dell’Unità operativa di Neurologia d’urgenza e Stroke Unit di Humanitas.

L’aterosclerosi

L’accumulo di sostanze, tra cui il colesterolo, lungo le pareti di un’arteria determina una riduzione del lume di questo vaso sanguigno. Le placche aterosclerotiche, quando hanno dimensioni ragguardevoli, possono pertanto ostacolare e ridurre la circolazione del sangue. Queste placche possono anche infiammarsi e rompersi.

Alla base dell’arteriopatia periferica c’è dunque l’aterosclerosi. L’arteriopatia è una patologia simile alla malattia coronarica solo che i depositi di grasso, colesterolo e altre sostanze si formano in altri vasi sanguigni, tendenzialmente in quelli che scorrono negli arti inferiori. Se l’ostruzione delle arterie interessa le gambe può causare dolore, difficoltà a camminare (la cosiddetta claudicatio) fino all’ulcerazione.

(Per approfondire leggi qui: Arteriopatia periferica, lo stretching contro il dolore alle gambe?)

Se invece l’ostruzione si verifica in un’arteria che porta il sangue ossigenato al collo e alla testa, ecco che può verificarsi un ictus cerebrale: «I pazienti con arteriopatia periferica hanno un aumentato rischio di infarto, ictus e altri eventi trombotici. In particolare per l’ictus – spiega la dottoressa Marcheselli – il rischio riguarda quello ischemico e i cosiddetti mini-ictus, ovvero gli attacchi ischemici transitori, che a loro volta aumentano il rischio di ictus».

L’ictus ischemico è caratterizzato da un’ostruzione delle arterie cerebrali per via di una placca aterosclerotica o di un trombo che si forma in quella sede o che proviene da un altra area del corpo (in questo caso si parla di ictus trombo-embolico). Quelli ischemici rappresentano la quasi totalità dei casi di ictus.

Controllare il rischio

Un paziente con arteriopatia periferica ha un profilo di rischio paragonabile a quello di un paziente con malattia coronarica «sebbene il meccanismo dell’aterosclerosi coronarica sia diverso», ricorda la dottoressa Marcheselli.

«In ogni caso è importante prevenire l’insorgenza dell’arteriopatia o, in caso di diagnosi, procedere con il trattamento più adeguato per la riduzione del rischio cardio-cerebrovascolare in generale. È importante inoltre che il paziente con arteriopatia periferica sia sottoposto periodicamente a un esame dei tronchi sovraortici delle carotidi e delle arterie vertebrali per il monitoraggio della circolazione del sangue verso il cervello».

(Per approfondire leggi qui: Arteriopatia periferica, il rischio scende consumando più frutta e verdura?)

«Fondamentale, infine, è che questi pazienti smettano eventualmente di fumare e controllino gli altri fattori di rischio come l’ipercolesterolemia e l’ipertensione», conclude la specialista.