Uso e abuso di antibiotici

Tratto www.fondazioneveronesi.it

Il problema della resistenza di alcuni patogeni rappresenta una delle emergenze sanitarie del terzo millennio. A causarlo è sopratutto un'errata somministrazione di questi medicinali

 

di Silvia Sironi
Editor: Antonio Simone Laganà
Revisori: Valentina Piano, Federico Forneris, Erika Tenderini
Supporto Grafico: Federico Forneris
Vignetta AIRIcomics a cura di Carlotta Teruzzi

Il dodici aprile 2014, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un allarmante report globale sullo stato attuale della resistenza batterica agli antibiotici, divenuta negli ultimi anni un vero e proprio proprio problema di sanità pubblica a livello mondiale. Ciò che è parso sconcertante è come l'abuso di antibiotici abbia creato ceppi di batteri resistenti al trattamento, portando così infezioni comuni, curate efficacemente da decenni, a essere nuovamente letali per i soggetti che hanno appunto sviluppato la resistenza. Questi batteri antibiotico-resistenti possono velocemente diffondersi in contesti sociali ravvicinati (tra membri della famiglia, compagni di scuola, colleghi di lavoro), minacciando la comunità con un nuovo ceppo di malattie infettive che non solo sono più difficili da curare, ma anche più costose per la sanità pubblica.

«Nei periodi invernali, all'incirca una volta a settimana, mi viene la pelle d'oca. Non per il freddo, ma per semplici frasi che girano nell'aria: “mmmm accidenti! Ho un po' di mal di gola! Non posso proprio ammalarmi, domani avrò un incontro importante! Credo prenderò un antibiotico”. Le mie orecchie stridono, la pelle si raggrinza e inizio ad avere una simil-reazione allergica. Forse penserete che sia esagerata, ma al termine di questa lettura sono certa che, se dovesse capitare anche a voi di sentire frasi simili, condividerete le mie reazioni». 

Figura 1 - Il raffreddore è un comune male di stagione, non è causato da batteri e quindi non va curato con gli antibiotici. Troppo spesso si assumono farmaci con eccessiva leggerezza, senza riflettere troppo su quali sono gli effetti ed i veri benefici associati ai principi attivi in essi contenuti. Ogni molecola presente nei farmaci è pensata per agire in modo specifico nei confronti di determinate situazioni di malessere o disagio. Pertanto, è necessario riflettere attentamente sulla funzione di ogni farmaco e sui benefici che esso può portare prima di assumerlo, in particolare per quanto riguarda gli antibiotici.  

UNO SCENARIO INQUIETANTE- Secondo dati dell'agenzia italiana del farmaco (AIFA), l'Italia si pone tra i Paesi Europei con maggior consumo di antibiotici, addirittura doppio rispetto a Germania e Regno Unito, con un aumento del consumo del 18% tra gli anni 2000 e 2007 (1). Come diretta conseguenza dell'abuso e della scorretta assunzione di antibiotici, l'Italia risulta inoltre tra i Paesi Europei con il più alto tasso di antibiotico-resistenza. Sembra chiaramente uno scenario catastrofico, ma siamo ancora in tempo a cambiare, o meglio rallentare, le cose. 

 

BATTERI E ANTIBIOTICI - I batteri sono per definizione microrganismi unicellulari procarioti. In parole più semplici:                                                  

- Microrganismi: hanno diametro che va da 1-10 µm (micron, ossia millesimi di millimetro)!

- Unicellulari: come suggerisce la parola stessa, formati da un’unica cellula

- Procarioti: organismi dotati di struttura cellulare semplice, privi di nucleo.

In base alla loro capacità di determinare malattia, i batteri possono essere distinti in: commensali simbionti o patogeni. I batteri commensali simbionti colonizzano un determinato tessuto od organo, senza causarne malattia ma apportando un vantaggio all'organo stesso, come ad esempio nel caso dei batteri che compongono la flora intestinale. Un batterio patogeno, invece, penetra in un organismo determinando una infezione, come ad esempio lo Staphylococcus aureus (che provoca infezioni piogene e ascessi, shock tossico, setticemia e avvelenamento alimentare), lo Pneumococco (noto per provocare polmonite, meningite ed endocardite) o il Meningococco (causa di meningite e setticemia). Generalmente i microrganismi patogeni si trasmettono in maniera diretta tra individui oppure in modo indiretto attraverso l'acqua, gli indumenti, gli insetti ecc. (3).

La guerra ai batteri è iniziata molti secoli fa. Attorno al 1550 avanti Cristo gli egiziani usavano il miele per via delle sue proprietà antibatteriche, insieme a garze per medicare le ferite. Nell'antica Serbia, Cina e Grecia, il pane ammuffito era tradizionalmente applicato sulle ferite per prevenire una infezione. Il potere curativo osservato era dovuto a sostanze antibatteriche prodotte dalla muffa cresciuta sul pane. Nella storia moderna, il 3 settembre 1928 è considerata data storica da ricordare per la scoperta da parte di Alexander Fleming del fungo Penicillium notatum, grazie alla quale ricevette il premio Nobel per la medicina nel 1946. Circa dieci anni dopo questa scoperta verrà sintetizzata la sostanza antibiotica denominata penicillina, che porterà al trattamento di infezioni batteriche letali come sifilide, cancrena e tubercolosi, salvando così moltissime vite umane (5). Inizia così un periodo di grandi scoperte che permetteranno di guarire da infezioni gravi, ma anche di impedire l'espansione delle infezioni tra la popolazione. Nasce dunque un particolare gruppo di farmaci antibatterici, gli antibiotici.

L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA Negli ultimi settant'anni il continuo sviluppo di antibiotici ha permesso di curare moltissime malattie che in passato erano letali, come ad esempio colera, tifo e tubercolosi. Ci stiamo tuttavia avvicinando alla fine della medicina moderna e all'inizio di un'era post-antibiotica, durante la quale infezioni comuni o ferite minori che sono state curate per decenni potrebbero nuovamente uccidere.

Questo a causa della diffusione di Superbatteri (detti anche Superbugs) che hanno sviluppato antibiotico-resistenza, definita dall'OMS come "resistenza di batteri ad uno specifico antibiotico che originalmente era efficace per il trattamento di infezioni causate dagli stessi” (2). Basti pensare che nel 2012 sono stati accertati circa 450.000 nuovi casi di tubercolosi resistente ad antibiotici e che circa 170.000 persone sono morte per questa infezione considerata ormai debellata da anni (3)".

Come Fleming anticipò nel discorso tenuto alla consegna del Premio Nobel, l'antibiotico-resistenza è un fenomeno evolutivo inevitabile, ma ciò che più lo preoccupava era la possibilità che l'uso scorretto di antibiotici potesse velocizzarne lo sviluppo e la diffusione: "The time may come when penicillin can be bought by anyone in the shops. Then there is the danger that the ignorant man may easily under - dose himself and by exposing his microbes to non-lethal quantities of the drug make them resistant. Here is a hypothetical illustration. Mr. X. has a sore throat. He buys some penicillin and gives himself, not enough to kill the streptococci but enough to educate them to resist penicillin. He then infects his wife. Mrs. X gets pneumonia and is treated with penicillin. As the streptococci are now resistant to penicillin, the treatment fails. Mrs. X dies. Who is primarily responsible for Mrs. X’s death? Why Mr. X whose negligent use of penicillin changed the nature of the microbe. Moral: If you use penicillin, use enough”.

“Arriverà il momento in cui la penicillina potrà essere comprata nei negozi. Ci sarà però il rischio che uomini ignoranti, assumendo dosi di antibiotico sub letali per i microbi che stanno cercando di debellare, rendano i microbi stessi resistenti alla cura. Immaginiamo che Mr. X abbia mal di gola. Mr. X compra e assume penicillina, non in dosi sufficienti per uccidere lo Streptococco, ma abbastanza ad educare il battere a resistere alla penicillina. Mr. X infetta sua moglie e successivamente sviluppa una polmonite, dalla quale cerca di curarsi nuovamente con la penicillina.  Siccome lo Streptococco è divenuto resistente alla penicillina, il trattamento fallisce e Mr. X muore. Chi è dunque responsabile per la sua morte? L'uso negligente della penicillina da parte di Mr. X ha cambiato la natura del microbo. Morale: se fate uso di penicillina, usatene la dose appropriata” (4)".

Esistono molteplici meccanismi tramite cui i batteri possono sviluppare la resistenza ad antibiotici:

1) Alcuni batteri sviluppano l’abilità di neutralizzare antibiotici in maniera spontanea, in seguito alla mutazione casuale del proprio materiale genetico.

2) In altri casi, batteri non patogeni portatori del gene di resistenza, sono in grado di trasmettere il gene stesso a batteri patogeni, che svilupperanno cosi a loro volta la resistenza.

3) Inoltre, l'esposizione ad antibiotici può indurre una vera e propria selezione naturale tra i batteri. Durante un trattamento con antibiotici può capitare che i batteri più sensibili vengano eliminati, ma se anche un solo battere fosse in grado di sopravvivere e moltiplicarsi, esso potrebbe dare vita ad un intero ceppo batterico resistente. 

Come previsto da Fleming, purtroppo spesso gli antibiotici sono assunti o somministrati in quantità e modalità non appropriate (4). L'uso improprio di antibiotici avviene solitamente nell'automedicazione, se ad esempio vengono assunti per contrastare un semplice raffreddore o un mal di gola, nelle strutture sanitarie, dove a volte vengono prescritti con eccessiva facilità, e anche nelle catene di distribuzione alimentare, dove vengono utilizzati, oltre che nella profilassi antibatterica, anche come additivi promotori della crescita sia in allevamento che in agricoltura. 

ANTIBIOTICI, ANTIBIOTICI DAPPERTUTTO!Sin dagli anni '50, gli antibiotici utilizzati nel settore veterinario sono stati un mezzo per il controllo delle malattie infettive negli animali. Questi prodotti hanno importanza fondamentale non solo per il benessere dell'animale, ma anche per garantire la produzione di alimenti non contaminati, soprattutto in contesti legati agli allevamenti intensivi dove il propagarsi di infezioni costituisce un grave problema per la salute dei consumatori e un importante danno economico per i produttori(5). Spesso, tuttavia, la somministrazione di antibiotici negli allevamenti non avviene per scopi terapeutici, ma è finalizzata ad una crescita più rapida dell'animale.

La promozione della crescita mediata da antibiotici somministrati nel mangime, avviene tramite alterazioni del microbioma intestinale dell'animale, con conseguente migliore digestione e miglior assorbimento metabolico di nutrienti. Questo processo favorisce lo sviluppo dell'antibiotico resistenza negli allevamenti, e attraverso il consumo di prodotti animali, il suo trasferimento dall'animale all'uomo.

 

Per combattere questa tendenza e per coordinare gli sforzi su scala internazionale, il 6 maggio 2013 la Commissione Europea ha presentato il pacchetto di riforme “Smarter Rules for Safer Foods“. Tra gli obiettivi di questo pacchetto vi è in primis quello di fare della sicurezza alimentare un fattore chiave nella lotta alla resistenza agli antibiotici. In pratica, lo scopo è di regolamentare i controlli, garantendo maggior sorveglianza su alimenti e mangimi.

Inoltre, per permettere controlli serrati e repentini, entra in gioco con un ruolo fondamentale la ricerca biotecnologica. E', infatti, necessaria la continua messa a punto di nuove tecniche e la scoperta di marcatori biologici per la rilevazione dell'uso illecito di antibiotici o ormoni della crescita. Ad esempio, un recente studio dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte (6) ha scoperto un marcatore in grado di identificare la presenza di una specifica proteina nel plasma delle mucche in seguito ad una somministrazione illecita di antibiotico. 

La necessità di aumentare i controlli sugli alimenti non riguarda solo i cibi di origine animale, ma anche quelli di origine vegetale. Basti ricordare l'epidemia dovuta a germogli vegetali risultati contaminati con una variante mai identificata prima di Escherichia coli (Escherichia coli Enteroemorragica (Ehec)) che, nel maggio del 2011, ha fatto tremare la Germania in primis e successivamente l'intera Europa. L’epidemia ha coinvolto oltre 3950 persone con 53 decessi, in 13 Paesi guadagnando il secondo posto nella classifica delle intossicazioni alimentari europee dopo la diffusione del morbo della mucca pazza. Questa variante di E. coli risultò particolarmente resistente agli antibiotici, causando nei soggetti infetti Sindrome Emolitico Uremica (SEU) e diarrea emorragica.

"Gli antibiotici sono stati l'arma silenziosa più potente del secolo, vincitori di numerose battaglie contro malattie inguaribili per decenni. Senza antibiotici non sarebbero stati possibili trapianti d’organo, chemioterapie anticancro, terapie intensive e altre procedure mediche. Il nostro errore più grande è stato quello di darli per scontati, o sopravvalutare la loro potenza a lungo termine, e ora, ne stiamo pagando le conseguenze.

Un altro problema che si somma all’inadeguato utilizzo di antibiotici è il disinteresse crescente da parte delle industrie farmaceutiche nell’investire nella ricerca e sviluppo di nuovi farmaci contro le infezioni. Gli antibiotici sono poco redditizi poiché da assumere con cautela e solo per pochi giorni, a differenza, ad esempio di farmaci per curare malattie croniche, per le quali è necessario assumere farmaci per tempi molto lunghi. Sono pochi i governi che si stanno mobilitando per risolvere questo problema, come gli USA. Come riporta la CNN, l’amministrazione del presidente Obama ha deciso di combattere la crescita dell’antibiotico resistenza e delle infezioni anche grazie all'attuazione di un piano quinquennale, per un costo di 1,2 miliardi di dollari.

Ciò che invece NOI ora abbiamo il potere di fare per evitare di tornare ai tempi in cui contrarre un'infezione era sinonimo di alto rischio di morte è in primis prevenzione, sia della diffusione delle infezioni sia della resistenza. Nel nostro quotidiano seguire le poche regole sotto citate sarebbe già un grande traguardo. Inoltre, il miglioramento delle pratiche igieniche a livello ospedaliero e nella produzione alimentare, sarà fondamentale per prevenire il diffondersi d’infezioni su scala globale".

 

COME PREVENIRE L'ANTIBIOTICORESISTENZA? 

  • Ricordando che gli antibiotici sono inefficaci contro le infezioni virali, come il comune raffreddore, la maggior parte dei mal di gola e l'influenza.  Non assumete antibiotici senza aver consultato il vostro medico di fiducia
  • Evitando di conservare gli antibiotici per il prossimo malessere. Buttate ogni antibiotico avanzato una volta completato il ciclo di trattamento prescritto. Nella maggior parte dei casi, gli antibiotici sono farmaci ad alta specificità, l’assunzione di un antibiotico non specifico per il battere da combattere NON vi aiuterà a guarire e a combattere l'infezione
  • Assumendo gli antibiotici solo ed esattamente come prescritto dal medico.  Completate il ciclo di trattamento prescritto dal vostro medico, anche se vi sentite meglio. Se terminate il trattamento troppo presto, alcuni batteri potrebbero sopravvivere ed infettarvi nuovamente
  • Non assumendo antibiotici prescritti ad altri. L'assunzione del farmaco sbagliato potrebbe ritardare la cura e permettere ai batteri resistenti di moltiplicarsi. Gli antibiotici sono specifici e non è detto che un certo antibiotico sia appropriato per il trattamento di malattie diverse da quelle per cui è stato prescritto
  • Approfondendo con il vostro medico l'entità di eventuali infezioni batteriche. Se il vostro medico stabilisce l’assenza di un’infezione batterica, non ha senso assumere antibiotici di alcun tipo
  • Prestando grande attenzione nell'acquisto di carni e altri prodotti alimentari certificati provenienti da allevamenti controllati per quanto riguarda l'utilizzo di antibiotici
  • Lavando con attenzione frutta e verdura, soprattutto se sono consumate crude, in modo da eliminare eventuali batteri contaminanti

Approfondimento: Batteri e Virus

Nonostante i sintomi causati da una infezione batterica e virale possano essere simili, questi due organismi hanno caratteristiche molto differenti. E´ proprio questo il motivo per cui è necessario assumere farmaci specifici per il microrganismo da cui siamo stati colpiti.

Nonostante sia batteri che virus siano troppo piccoli per essere visualizzati senza microscopio, differiscono enormemente in grandezza. I virus più grandi hanno infatti la dimensione del batterio più piccolo, con dimensioni medie da10 a100 volte più piccole di un batterio medio.

I batteri sono organismi più complessi dei virus, in quanto unicellulari, costituiti da una parete cellulare, membrana cellulare, ribosomi e assenza di nucleo, infatti DNA/RNA fluttuano liberamente all´interno del microrganismo. Sono in grado di auto-riprodursi e di sopravvivere in diversi ambienti, compresi ambienti molto caldi o freddi e nel corpo umano. Possono essere “buoni”, come nel caso dei batteri che compongono la flora intestinale, svolgendo un ruolo fondamentale per quanto riguarda la difesa verso agenti patogeni ed il metabolismo, o “cattivi” nel caso di batteri patogeni come Salmonella, botulino, vibrioni, pneumococchi che causano malattie.

I virus sono formati da una capsula proteica detta capside che contiene acido nucleico, RNA o DNA. A differenza dei batteri, i virus non sono in grado di sopravvivere senza una cellula ospite, di cui sfruttano il meccanismo riproduttivo per produrre copie di DNA/RNA virali. In alcuni casi riprogrammano le cellule ospiti per creare nuovi virus fin che la cellula non muore, in altri casi trasformano una cellula normale in una cellula maligna o cancerosa. Inoltre a differenza dei batteri, la maggior parte dei virus causa una patologia.

  

La maggior parte delle infezioni del tratto respiratorio, come raffreddore, bronchite, influenza o la maggior parte delle otiti sono causate da virus, dunque gli antibiotici non hanno alcuna efficacia.

assunzione di antibiotici non aiuterà a far passare raffreddore o influenza più velocemente, non impedirà all´infezione di peggiorare o di essere trasmessa ad altre persone.

 

BIBLIOGRAFIA

[1] Istituto Superiore di Sanità – Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate: Giornata europea degli antibiotici: uso responsabile per il controllo dell’antibiotico-resistenza (2009) Rapporto ISTISAN 09/32 – A cura di Annalisa Pantosti e Maria Del Grosso.

[2] S. Reardon, Antibiotic resistance sweeping developing world (2014), Nature, 509: 141-142.

[3] World Health Organization, Global Tuberculosis Report 2012, NLM classification: WF 300, ISBN 978 92 4 156450 2.

[4] Alexander Fleming, Penicillin - Nobel Prize Lecture, December 11, 1945.

[5] Ministero della Salute, Dipartimento della Sanità pubblica veterinaria, della Sicurezza alimentare e degli Organi Collegiali per la tutela della Salute – Direzione generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari – Ufficio IV ex-DGSA – Medicinali veterinari e dispositivi medici ad uso veterinario: Manuale di biosicurezza e uso corretto e razionale degli antibiotici in zootecnia.

[6] Guglielmetti C, Mazza M, Pagano M, Carrella S, Sciuto S, Nodari S, Pezzolato M, Richelmi GB, Baioni E, Caramelli M, Acutis PL, Bozzetta E. (2014) Identification by a proteomic approach of a plasma protein as a possible biomarker of illicit dexamethasone treatment in veal calves. Food Addit Contam Part A Chem Anal Control Expo Risk Assess. 31: 833-838.


AUTORE: SILVIA SIRONI


Silvia Sironi è nata in Brianza nel 1987. Dopo il liceo, spinta dal desiderio di aiutare la lotta contro il cancro, sceglie la facoltà di biotecnologie mediche all’Università degli Studi di Milano. Ha svolto la tesi di laurea magistrale sulla valutazione della metilazione del DNA nei linfociti di individui sani come biomarker di rischio di tumore polmonare alla Fondazione Irccs Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, nel dipartimento di medicina del lavoro. Attualmente svolge un dottorato di ricerca alla LMU (Ludwig Maximilian Universität) di Monaco di Baviera, seguendo un progetto sulla Leucemia Mieloide Acuta e sul microambiente midollare. Si interessa attivamente alla divulgazione scientifica.